sabato 31 dicembre 2016

Best nine, 2016.



1. Un weekend di fine inverno a Lisbona. La libreria dell'LX Factory, dove leggerezza è fantasia.
2. Maggio: le meraviglie della Val di Noto, il primo bagno di stagione a Vendicari, la felicità a colori  pastello di Marzamemi.
3. Le *mie* montagne sempre e in ogni stagione. In una parola, casa.
4. Inizio giugno, Catania. {dove pioveva con il sole}
5. Luglio: Napoli da sola, Napoli in due, Napoli e gli stormi di gabbiani che si librano in squarci d'azzurro, dopo giornate furibonde.
6. Il sole dolce del Chianti d'autunno e sorrisi e il mio incastro perfetto sulla tua spalla.
7. Dicembre: quattro giorni e oltre mille km dentro una fiaba del Nord
8. Venezia, la Biennale di Architettura, insieme ai miei fratelli: loro, la mia parte illuminata.
9. (Foto centrale) L'alba davanti alla mia casetta sulla spiaggia di Juara, a Palau Tioman. Un'isola sconosciuta e remota cui si arriva con un barchino che parte solo nei giorni di bassa marea. Un posto gentile, dove le tartarughe di notte depongono le loro uova, le persone sorridono sempre, si cammina scalzi. Un giorno capito' qui Tim, campione di surf australiano che apri' un ostello e un bar di legno colorato sulla spiaggia: ci si ritrova li per sfogliare vecchi libri stranieri, ascoltare la musica sdraiati sull'amaca o suonare la chitarra. Per pranzo cucina Mia, nel suo baracchino giallo: come a casa inizia ogni piatto da zero, e nell'attesa tutti ne approfittano per leggere o fare amicizia attorno al tavolo con le cerate a fiori.
Alcuni speculatori stranieri stanno costruendo un mega resort che dalla prossima estate stravolgerà per sempre l'isola. Passeranno i mesi e svanirà il mondo gentile dove camminavo a piedi nudi e inseguivo l'alba nell'agosto 2016.
Così, esorcizziamo le ore che scorrono, custodendo le nostre isole felici.

domenica 25 dicembre 2016

Ti auguro la nostra porzione illuminata

Ai miei fratelli, che basta ritrovarci in stazione alle 18:02 del 24 dicembre per tornare ad essere i tre bambini entusiasti che preparavano il latte e biscotti per le renne e impacchettavano i regali per la mamma e il papà sotto il piumone. Ai momenti Art Attack della sera della vigilia, al tavolo della sala ingombro di cartoncini, nastri e pastelli colorati.
Alla mia famiglia e al nostro Natale quest'anno -faticosamente- ancora da inventare, ma forse basta già essere famiglia, che tutto il resto poi non conta.
Ai biglietti ancora da scrivere, alla parole di gratitudine che vorrei trovare. Agli sms firmati con il nome e sorrido, perchè mi piace pensare che, così, semplicemente ci (ri)conosciamo.
Alle mie amiche, ai nostri wapp strampalati e ai regali che - forse - ci scambieremo a Ferragosto. Agli abbracci che, veri o virtuali, sono la migliore forma di auguri che ci sia. Come a dire "vieni ti faccio un po' di posto qui vicino".
Alla cucina della nonna Silvana dove vorrei un attimo poter tornare, in una di quelle sere quando tornavo da lavoro e mi faceva scubettare la verdura dell'insalata russa - tutte uguali, mi raccomando. Alle improvvisate della nonna Piera, che ci mancano i cannoncini salati della Prova del Cuoco decisi alle 12:30, del 25 dicembre, naturalmente.
A te, anzi a noi, alla nostra vita al contrario, alle nostre meravigliose e strampalate cene di NON Natale, cipolle/panettone/proseccoil 23 dicembre. Al nostro esserci capiti, i miei spigoli, le tue paure, le nostre sacche di solitudini che si abbracciano ed è il solco tiepido sul cuscino dove dormire quando non ci sei.

A questa mezzanotte: e auguro che porti giorni belli, frammenti di magia e amore. (L'amore per un uomo, una donna, un fiume, una stella).
Ti auguro la nostra porzione illuminata.
#Christmas2016

lunedì 19 dicembre 2016

Prontuario per piccoli doni di luce.

Se mi chiedessero cosa è per me Natale quest'anno risponderei così: con una corona colorata e bellissima appesa dalla mia mamma sulla porta, che rientrando dopo tanto tempo con la mia valigia la vedo da lontano e dico: ecco, questa è casa.
Con le ore passate in cucina insieme a mia sorella a cucinare dolcetti regalo, secondo la ricetta di una rivista del 2000, ed è talmente rassicurante ritrovare ogni anno quelle pagine appiccicose e sbrodolate di cioccolata.
Con il piccolo presepe in legno e rame di Ramorame18 perché al di là degli sfarzi e degli addobbi festosi non c'è nulla di più vero di un vecchio bancale abbandonato, l'essenza del legno ridotto ai minimi termini che racconta la sua storia intagliata.
Con te che mi aspetti a braccia aperte in stazione nella nebbia delle dieci di sera per abbracciarmi. "Buonasera folletto" come se non ci vedessimo da mesi e invece sono solo meno di trentasei ore. Con una foto scattata di sfuggita a Salisburgo settimana scorsa e ritrovata per caso.


 Li avevo visti da lontano in mezzo alle luci, alle folle, alla frenesia. Si guardavano in silenzio, nel pieno del caos. E così avanzavano, stretti in piccoli passi incerti.
L'amore prima di noi. 



[E se regali devono essere, che al di là del mero aspetto materiale siano un pensiero di luce]

Questa la mia piccola selezione:
*La luna e le stelle di un libro naif e poetico:
http://www.topipittori.it/it/catalogo/sole-luna-stella


*La curva dorata degli orecchini minimal e preziosi di Atelier VM (i classici cerchietti, i tappabuchi con brillantino o i poetici Nausicaa), le sfumature materiche dell'oro crudo di Pilgiò

 http://www.pilgio.com/new/coll.asp?coll=oromuto&foto=180&pg=1http://www.ateliervm.com/category/collezioni/orecchini/
* Il riflesso cangiante nel blu notte di un pigiama in pura seta 
http://www.cosstores.com/it/Women/Leisurewear/Silk_shirt_with_piping/1467463-58126154.1#c-22755

*Le stelline di madreperla, nel retro di un maglione in caldissimo shetland made in Genova 
https://www.facebook.com/Ghiglino1893/photos/a.10150092752196617.293895.122903756616/10154676517826617/?type=3&theater

*La lucina calda di un' abat jour da spegnere appena prima di dormire: fiabesca come Lucellino di Ingo Mauer o, all'estremo opposto, icona minimale come la  Lampadina di Castiglioni
https://www.ingo-maurer.com/it/prodotti/lucellino-nt

http://www.flos.com/consumer/it/prodotti/tavolo/Lampadina
*L'oro caldo della nuova, meravigliosa Limited Edition di Raptus & Rose 
http://www.raptusandrose.com/it/divini_acquisti/divini_acquisti_0085.html

e sempre a proposito di Raptus & Rose e di piccole luci in un mondo sempre più angosciosamente buio, vi segnalo la loro iniziativa #ladivinaborsinaperlasiria: per un piccolo ma prezioso gesto benefico a sostegno di Terre Des Hommes. 
 #LaDivinaBorsinaperlaSiria: https://www.instagram.com/p/BONEBARgRR7/  
Terre Des Hommes:  http://terredeshommes.it/bambini-in-fuga/





 

 

lunedì 5 dicembre 2016

Motty Routard: Barcelona




Cosa vedere:
A chi visita Barcellona per la prima volta mi sento di consigliare il classico giro sul bus Hop on Hop Off:  permette di farsi un’idea della città e al tempo stesso ottimizzare i tempi, arrivando nelle zone più fuori mano, ad esempio il Park Guell.
Sempre per avere una panoramica generale, oltre alle classiche guide cartacee, i siti del Turismo Ufficiale e del Convention Bureau (http://www.barcelonaturisme.com/wv3/en/) offrono una buona panoramica sui must da vedere e i mezzi di trasporto cittadini.
In ogni caso consiglio di prenotare in anticipo le visite alla Sagrada Familia (muovetevi diverse settimane prima) e ai più celebri edifici di Gaudì, come Casa Batlò e La Pedrera: soprattutto nei weekend festivi, si rischia di fare estenuanti code inutili senza riuscire poi ad entrare.
Per chi è alla ricerca di attrazioni meno main stream suggerisco il MACBA, il Padiglione Barcelona di Mies van der Rohe, il Palacio della Musica Catalana (una vera e propria chicca che vale tutto il prezzo del biglietto) e lo storico Giardino Botanico.
 http://www.macba.cat/
 http://miesbcn.com/
 http://www.palaumusica.cat/ca
 http://museuciencies.cat/es/visitanos/jardi-botanic/jardi-botanic-historic-2/
Di giorno la cosa più bella è perdersi nei quartieri, cogliere l’atmosfera che cambia in continuazione da una via all’altra, indugiare tra birrette e tapas nei tavolini all’aperto.
Il mio preferito è il Born, meno turistico, pieno di piccoli bar, piazzette nascoste, gallerie d’arte e boutique indipendenti. Poi Barrio Gotico e Raval. Passeig de Gracia, Eixample e Barceloneta sono invece zone più commerciali e turistiche ma sempre piacevoli e ben collegate a tutta la linea dei trasporti urbani.

Dove dormire
Repetita iuvant: ogni quartiere ha le sue peculiarità di cui tener conto al momento della scelta della propria sistemazione, di qualunque genere essa sia. Personalmente ho provato dagli ostelli da backpackers** con gli amici Erasmus all'hotel di lusso.
** per dovere di cronaca questo http://www.equity-point.com/our-hostels/gothic-point-hostel/general-information.html: pessima la colazione ma geniale l'idea della camerata con baldacchini a tutela della privacy ;-)

Questa la mia selezione da “addetta ai lavori: 
- il W a Barceloneta è l’indirizzo più IN. Come dice il proverbio, se avete fatto trenta, fate trentuno ed investite in una camera vista mare. http://www.w-barcelona.com/
-Per chi preferisce rimanere in centro città sulla Rambla a due passi dal Barrio Gotico, c'è l’H1898 con le sue fascinose atmosfere coloniali e un incantevole rooftop. http://www.hotel1898.com/
- Adoro gli hotels della catena H10:  presenti in ogni quartiere della città, sono tutti garanzia di ottimi servizi e design particolare, diverso da uno all’altro. Se volete alloggiare a Eixample assolutamente consigliato H10 Art Gallery ; l’H10 Marina è un ottimo compromesso per chi vuole andare verso il mare (nell’elegante Villa Olimpica) ma rimanendo strategicamente vicini al centro storico.
- Un boutique hotel di design dall’eccellente rapporto qualità prezzo è il Barcelona Catedral, nel cuore del Barrio Gotico, a pochi passi da piazza della Cattedrale. Squisita colazione alla carta e un' accoglienza premurosa che fa subito sentire a casa. http://www.barcelonacatedral.com/
-Nel Born consiglio il Catalonia Born, giovane e cool. Unica raccomandazione: chiedete una camere ai piani alti con balconcino e vista esterna sulla graziosa piazzetta davanti.
http://www.hoteles-catalonia.com/es/nuestros_hoteles/europa/espanya/catalunya/barcelona/hotel_catalonia_born
- Per chi preferisce "andare sul (gusto) classico" il Reinassance Barcelona offre camere spaziose in una collocazione strategica. Anche in questo caso, vale la pena investire in una camera di categoria superiore  con balconcino e/o godersi la colazione nella bella sala affacciata sulla via.



CIBO & co.
Parte prima:Tapas

Premessa: #maancheno ai bar in zona Rambla con “buttadentro” che cacciano i volantini in mano ai passanti!!

- Categoria bar “scrauso” a cui non daresti una lira
 (ma che in realtà ricordo come tra le tapas miglior di sempre): Bar CELTA, al Born.
Mi ci ha portato un amico chef nel ristorante stellato del Mandarin Oriental…Il tipico posto dove  non ci sarei mai entrata di mia sponte, ma il pulpo alla gallega è pazzesco e la frittura di calamari me la sogno ancora la notte.

- Categoria istituzione per tapas:
  • Cerveceria Catalana a Eixample
  • El Quim al Mercato della Boqueria
  • Cal Pep a Barceloneta per Tapas di pesce
Per la variante basca delle tapas, i pinxtos, provate la mitica barra de Pinxtos al Sagardi. Tra i diversi locali in città il mio preferito è quello al Gotico http://www.sagardi.com/restaurantes/19/sagardi-bcn-gtic, che rimane un ottimo indirizzo anche per una cena con squisita carne alla brace e ottima tarte di mele.


Parte seconda: Ristoranti
  
- Per una cena speciale: Botafumeiro. Tassativo prenotare. Ristorante di pesce molto esclusivo, con un cabaret di crudi che da solo vale la visita. Lo vendono per due persone ma in realtà ci si mangia a sazietà dividendolo in quattro. http://www.botafumeiro.es/es/home

   -   Per la paella e la cucina di pesce in zona Barceloneta il piccolo ma delizioso Suquet de l’Admiral http://www.suquetdelalmirall.com/. Anche qui necessario prenotare perchè piccolissimo.

  - Posticino intimo semplice semplice ma altrettanto buono: il Tantarantana al Born http://gruposantelmo.com/es/restaurante/tantarantana

-     -  Imperdibile una puntata al Nacional http://www.elnacionalbcn.com/

-      Ristoranti più cool: per una sera in cui avete voglia di variare un po’ dalle tapas consiglio anche i ristoranti modaioli nella zona di Rambla Catalunya. In generale per lavoro ho provato tutti quelli del gruppo Tragaluz (http://grupotragaluz.com/; il mio preferito è il Tragaluz) e sono tutti molto validi. Se siete in vena di cucina giapponese con tocchi fusione  El Japones.   http://grupotragaluz.com/restaurante/elj-apo-nes/
   
Cocktail bar & Nightlife

Generalmente non sono tipa da bar super alla moda ma Boca Chica http://www.bocagrande.cat/en/boca-chica, Dry Martini http://www.drymartiniorg.com/locales/dry-martini-v2/  e  Torre Rosa http://www.torrerosa.com/ sono tra i migliori cocktail bar di Barcelona anche per ambientazione.
Settimana scorsa ho provato il Gatsby, in zona Eixample, risto-club per chi ama le atmosfere vintage anni Trenta. https://www.gatsbybarcelona.com/es/restaurante-show/
Le notti young,wild&free si concludono all’Opium al Porto Olimpico http://www.opiumbarcelona.com/listas .
Al W Hotel c'è forse il club più celebre della città, con una clientela molto business e modaiola (sì, ci sono sciabolatori di Dom Pero e professioniste russe in microabiti di pailettes).

In generale, quasi tutti gli hotel di Barcellona hanno all’ultimo piano una terrazza con piscina e cocktail bar. Oltre all'immancabile W che da direttamente sul mare, rimanendo in centro città a me piace molto quella del già citato H1898, con una bellissima piscina affacciata sui tetti http://www.hotel1898.com/it/barcellona-terrazza.php



Lezione di vita UNIVERSALE: anche se non si è ospiti di un albergo basta fare finta di niente, entrare disinvolti nella hall e salire in terrazza.

Last but not least vale sempre alla voce “cocktail” anche una bella birretta sui gradini della cattedrale la sera :-)

mercoledì 7 settembre 2016

Elegia degli amori sfiorati


Vorrei dirti che ti verrà a trovare la nostalgia. 

Passeranno giorni, mesi, forse anni e poi replicherai quel gesto, quell’allora, banale – scendi da un’auto, appoggi il tacco, barcolli sulla portiera, scompigli i capelli. Al tempo di quell’allora avresti voluto qualcuno che ti dicesse “Ehi ballerina di jazz, questa è la felicità”. 
Lo capiamo troppo tardi, quando è già malinconia.
Due rette parallele x e Y avanzano ognuna con la propria direzione e poi un lazzo, uno schiribizzo dell'universo devia le traiettorie tracciate, per un attimo – due treni che si stavano per scontrare e poi invece all'ultimo una brusca frenata riporta su binari paralleli - così succede con gli incontri, le tangenze gli sfioramenti d’anime che si incrociano e poi si mancano.
Gli amori sfiorati si annusano furtivamente il collo nel tempo di un abbraccio. Sono quelli per i quali vorresti poter avere una mattina d’estate con il latte di mandorla, la pila di libri sottobraccio e i piedi incrociati sulla sedia. Sono quelli che quando esci dall’ufficio li  vorresti accanto, seduti al tavolino nel tramonto di un altrove. 
Lasciano ammacchi, bolli segreti di malinconia.
Mi chiedo se prima dell’ultimo scarto ci sia stato un tempo per gli sguardi che si incrociano, che ci incrociano. 


 La domanda non è perché, la domanda è se, se anche tu hai visto me.







giovedì 4 agosto 2016

Tips & Tricks: sopravvivere con dignità a un volo in Economy


 Sto chiudendo lo zaino e mi aspettano circa 15 ore di viaggio. Non potevo avere occasione migliore per dedicare i tips & trick ai voli intercontinentali in classe Economy (no, non nominate la Business che parte la musichetta "piace vincere facile").



Il check in online.
Metafora da concertone: si aspetta frementi come fosse l’apertura dei cancelli. Controllate sul sito della compagnia da quante ore prima è consentito e, non appena possibile, fatelo. Non solo per prevenire problemi di overbooking, guadagnare tempo in aeroporto (anche se viaggiate con il bagaglio da stiva spesso c’è il drop off dedicato a chi ha già la carta d’imbarco) ma soprattutto… scegliere il posto!!!

La scelta del posto
Tutti concordi sul mantra “il più avanti e il più lontano dai bagni possibile”.
 Poi, il mondo si divide in due scuole di pensiero: finestrino o corridoio.  Il finestrino solo per chi ha una vescica di ferro mezza bottiglia di Xanax in corpo, e la certezza di dormire per più di metà viaggio. Può essere una scelta strategica nei voli a corto raggio, dove fa piacere guardare fuori e si evita così di doversi alzare sei volte in cinquanta minuti causa vicino che “mi scusi sa, ho la prostata debole” (sad true story 1). Sul medio/raggio io voto corridoio tutta la vita, anche a costo di avere il mio abituale compagno di viaggio, corridoista convinto pure lui, seduto dietro o dall’altra parte. Nello sciaguratissimo caso in cui per cause di forza maggiore dobbiate rinunciare al corridoio, o vi fate alleato il vicino – sperando non sia un ciccione impossibile da scavalcare quando vi scapperà la pipì nottetempo- oppure fingete una cistite acuta (sad true story 2)

Pasti a bordo ***NON IMITATEMI***
La verità è che mi diverto tantissimo a provare i pasti speciali in volo, sperimentazioni non esenti da rischio
Tra le peggiori esperienze un dolce gluten free  AMMUFFITO  (mentre tutti mangiavano una mousse al cioccolato), un ritorno – con fame atavica post evento- da Hong Kong in cui alla vista del mio mesto vassoio latto-ovo-vegetariano ho finto di essermi sbagliata e ho mendicato dalla hostess un pasto normale avanzato da qualche passeggero, nonché una terribile colazione con tofu grigio, bollito e maleodorante al posto delle uova strapazzate alle 6 di mattina che ha suscitato il ribrezzo pure del mio vicino veggie. A parte questi casi estremi, visto che odio le salse e faccio veramente fatica a digerire in volo, generalmente seleziono il menù senza sale che è una scelta valida con frutta e verdura fresca senza troppi intingoli e pasticci [ODIO le salse]. Se invece prendete il pasto normale, ricordate: la P-A-S-T-A non esiste, chicken tutta la vita.

Il look da viaggio
Non credete alla selezione “Flight chic” di Vogue.com e agli Angeli di Victoria Secret’s che atterrano a Los Angeles con gli stivaloni tacco 12 a metà coscia: parafrasando la loro antesignana Naomi “do not flight commercial”. Ergo l’imperativo è comodi, preservando una certa dignitas e amor proprio.
-    Niente pantaloni attillatissimi sopra le due ore di volo. Questo non legittima l’uso di orride tute, completi in ciniglia e pigiamini di jersey. Memento: i leggins NON sono pantaloni. Sì a jeans morbidi, pantaloni ampi o i pijiama pants leggeri e confortevoli. Zara in questo senso è provvidenziale. [1] [2] [3]. 
     Scarpe comode e che scongiurino l’effetto piede a salsicciotto. E questo vale anche per gli uomini: potrei snocciolare una casistica di temerari che osarono l’intercontinentale con il mocassino, salvo poi non riuscire più a infilare dentro il piede a destinazione. Soprattutto se avete uno scalo tirato, meglio qualcosa che si metta/tolga rapidamente ai controlli e vada bene per correre in caso di ritardo :-)
-        Contro l’aria condizionata: la pashmina è un classicone che però nella mia goffaggine trovo scomoda. Le mie personali alternative sono dolcevita di cachemire se viaggio per lavoro, altrimenti storico
felpone grigio con cappuccio, anche da tirare sopra la testa in caso di getto di aria gelida . Vivamente consigliate magliette o camicie che si stropicciano poco, evitando sempre i materiali sintetici che pezzano e puzzano all’istante. 

La calza ANTITROMBO:
In senso letterale: diciamoci la verità, specialmente per le donne sono tanto scomode quanto utili a ridurre gonfiore e pesantezza alle gambe, al punto che una volta provate difficilmente si torna indietro. Tra l’altro c’è una vasta gamma di colori e denari, per cui possono fare le veci di normalissimi collant, non fosse per le manovre acrobatiche nel fatidico momento toilette. Quasi d’obbligo se una volta a destinazione vi aspettano ore in piedi e tacchi alti. Ça va sans dire, se invece volate d’estate verso un Paese tropicale toglietele prima di scendere dall’aereo.
In senso metaforico: Ok le scarpe comode, ma mica vorrete tenerle ai piedi tutto il tempo? Ne vorrete zampettare per i lerci corridoi a piedi nudi?  La risposta è: calzetta in borsetta. Sempre meno compagnie le prevedono nei kit in Economy quindi meglio portarsene dietro un paio di calze da battaglia, belle spesse e senza elastici che stringono troppo. Tornando al sopraccitato senso metaforico, sfodero impunemente un paio di antiscivolo a pois che veramente scoraggerebbero qualsiasi malintenzionato.


 Rose aux Joues - 01 Morning Rose    
Bagno: istruzioni per l’uso
Il tempo in volo è scandito dal cibo e dalle peregrinazioni alle toilette. Di solito il momento dopo i pasti è quello di maggiore affollamento: per evitare la coda meglio aspettare che cali l’abbiocco generale in partenza e invece anticipare i tempi prima dell’atterraggio, precedendo l’ultimo servizio (sì, lavate i denti PRIMA di fare colazione).
Se siete in una fila interna, abbiate il buon cuore di coordinarvi un minimo con il vicino posto corridoio.
Gli spazi sono ridotti, evitate di trascinarvi dietro il beauty delle grandi occasioni, bastano pochi indispensabili:

  •  Spazzolino, dentifricio e collutorio formato viaggio + bustina shampoo*
  • Deodorante (non spray) e profumo
  •  Detergente viso/occhi, tonico o acqua micellare, crema idratante
  • Salviettine intime
  • Crema mani (approfittate delle offerte alle duty, adoro le limited edition de L'Occitane

Porto con me un asciugamano lavamani (quelli piccoli per gli ospiti) che uso per al posto dei tovaglioli di carta.
Non sopporto il trucco e le lenti a contatto, per cui anche se sto viaggiando per lavoro al momento della partenza mi strucco, lavo il viso e metto la crema idratante. All’arrivo risciacquo, crema, trucco leggero e via. Lacrime artificiali come se piovesse per evitare l’occhio arrossato alla Kurt Cobain.
**Solo per spiriti coraggiosi e cause davvero di forza maggiore siete autorizzati a lavare la frangetta/ciuffo nel lavandino dell’aereo (sad true story 3)

 

Survival kit:
1.       La base: lo zainetto (con rinforzo per il pc). Molto nerd e poco femminile, faccio ammenda, ma è la soluzione più pratica anche per una smemorata cronica come me. Ci metto dentro tutto e riduco i rischi di perdere pezzi in giro, non si ribalta e lascia le mani libere. [Anyways, diciamo tutti NO al borsello portadocumenti a tracolla]. 
     I miei preferiti sono i Dakine: in un mondo di zaini neri ne ho trovato uno a fiori, a prova di scambio accidentale. http://store.dakine.com/hana-26l-backpack.html?source=search
2.     Cuscinetto da collo, da gonfiare a bordo così non ingombra e in materiale piacevole al tatto (no gomma ruvida). Dico la verità, sogno lui https://www.amazon.it/Travelrest-appoggia-collo-ATTENZIONE-IMITAZIONI-campeggio/dp/B001DYDAEK/ref=sr_1_6?ie=UTF8&qid=1470230495&sr=8-6&keywords=cuscinetto+collo
Idrata, rinfresca, e ha un buon profumo.
4.       Per chi dorme, mascherine e cuffie con riduzione del rumore. 
      Not in my name, dalla regia raccomandano queste https://www.bose.it/it_it/products/headphones/noise_cancelling_headphones.html
5.       Per chi non riesce a dormire consiglio caro vecchio libro: nello specifico non bado alla praticità e ne approfitto per smaltire tutti i classiconi in arretrato. Il prossimo sono i Tre Moschettieri
       A mali estremi rimane sempre l’opzione gin tonic.
6.       Blush Guerlein. Anche dopo 12 ore di volo, vi restituirà sembianze umane.