domenica 19 gennaio 2020

Con il tuo ordine discreto - Dancing After Hours


Stamattina ho preso una batosta, dritta in faccia. Non mi accadeva da tantissimo e così forte, non mi ricordavo più che effetto facesse.
La delusione è un accadimento tanto umano, tanto insitamente scontato che non si è mai pronti, in realtà. Non lo ero pronta, oggi: dunque incasso.

 L’ordine non è uno stato immobile, è una tensione perenne, una conquista, per noi umani di sangue e terra. Ho nuotato 1,5 km in piscina (la mia prima vasca da 50m da quando vivo a Milano), ho comprato la Domenica  del Corriere e l'inserto del Sole 24 Ore, finito un altro libro di Dubus, bevuto il matcha con il latte di mandorle, pulito i porcini freschi per farmi un’omelette a pranzo -  ripristinare l’ordine discreto, come chi non si stacca dalla porta di casa.
Questa sera ho evaso una lista di mail con la  bandierina rossa, nel mezzo c'era un inoltro che non mi aspettavo “Giulia, ci pensi tu?” - facciamo giri immensi e poi, mentre appongo la mia altisonante  firma estesa, mi ritorna una domanda lontana se davvero volessi arrivare qui, a essere una che usa il termine evadere riferito alle mail, riferito alla domenica sera, e non dovrei essere a scrivere in qualche isola o forse in una biblioteca straniera a postillare edizioni, disvelare i giochi di rimandi e incastri tra le parole e i racconti.
“Per stare fermi non bisogna mai smettere di remare” - l’ordine  elastico incassa i colpi con grazia sottile, il piede vacilla appena, scivola, si trascina dietro sul pavimento, si riassetta:  quinta posizione del  balletto, plié. Dancing After Hours .

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